“Gli ottici incontrano i politici”: Federottica Milano Acofis ha organizzato, lunedì 30 gennaio, un incontro multi-partisan con i candidati al Consiglio Regionale lombardo delle coalizioni di Fontana, Majorino e Moratti.
È stato un meeting ben partecipato, con un dialogo aperto e costruttivo con la categoria degli ottici optometristi e importanti messaggi lanciati alla cittadinanza lombarda, sul tema salute, in vista delle prossime elezioni politiche regionali che si terranno domenica 12 e lunedì 13 febbraio.
I politici intervenuti hanno assunto tutti, seppur con diverse sfaccettature, l’impegno di valorizzare la figura dell’ottico optometrista nel servizio sanitario regionale, favorendo l’accreditamento per nuovi servizi, e dichiarandosi pronti a perorare la causa dell’adeguamento normativo della figura professionale sanitaria dell’ottico optometrista, anche a livello nazionale nelle sedi più opportune come la Conferenza Stato-Regioni.
L’evento si è tenuto presso la Cripta della Chiesa di San Pietro in Sala, in Piazza Wagner a Milano e, al di là della passerella elettorale, tutti i candidati intervenuti hanno dimostrato di ben conoscere la tematica e la figura professionale dell’ottico optometrista e le sue potenzialità, come risultato di un lavoro di relazioni pubbliche che la territoriale milanese ha portato avanti in più occasioni negli ultimi anni, con progetti quali il Crems, attività di screening in Regione e Teleoptometry. L’obiettivo dell’incontro per Acofis era proprio quello di consolidare il lavoro già svolto con Regione Lombardia, tramite l’emendamento regionale 2009 del 2021, accolto nella nuova riforma sanitaria e che ha inteso valorizzare l’attività degli ottici optometristi.
«Ringrazio tutti per la partecipazione – ha detto in apertura la presidente di Federottica Milano, Michela Salerno – a questo incontro tematico sulla sanità, che naturalmente riguarderà la valutazione di possibili collaborazioni nel campo della prevenzione e delle prestazioni tecniche, com’è l’esame della vista. Siamo convinti che nella situazione attuale, resa drammatica anche da Covid-19, potremmo essere una risorsa importante che è subito disponibile, potremmo contribuire alla riduzione dei tempi di attesa per la fruizione, da parte dei cittadini, di un esame della vista e conseguentemente anche di una visita oftalmica. Attualmente una prima visita oftalmica, in diverse realtà regionali, supera l’anno di attesa. Contemporaneamente, possiamo contribuire a ridurre anche i costi a carico del servizio sanitario lombardo (come certifica il report del Crems)».
La prima politica a intervenire è stata Valentina Aprea (Lista Letizia Moratti Presidente), che si è detta pronta «a stabilire insieme come fare a determinare le vostre specialità nel sistema sanitario, soprattutto territoriale, dove vi vedo molto bene. Fate già molto e lo fate bene, siete sicuramente già dei professionisti, nel mondo sanitario, ma abbiamo bisogno di riconoscerlo anche a livello di servizio sanitario pubblico».
«Io penso che il generale (oculista) non possa fare il compito del soldato semplice (ottico): l’esame della vista – ha spiegato Michele Usuelli (Lista Majorino Presidente Patto Civico) –. Con le liste di attesa che abbiamo, penso che il lavoro di base sul territorio possa essere fatto dall’ottico optometrista. Bisogna liberare le risorse dentro il SSR, ognuno nel proprio ambito di competenza, e che l’oculista debba fare delle cose che hanno un livello di complessità maggiore. Tanto è vero che ne abbiamo pochi di oculisti».
«Quando abbiamo detto che gli ottici possono fare qualcosa di importante per il sistema – ha dichiarato Giulio Gallera (Lista Forza Italia – coalizione Fontana) – ci siamo attirati gli strali del presidente degli oculisti. La strada è la medesima di quella della farmacia dei servizi, che ha fatto della farmacia il luogo dello screening e della prevenzione, occorre continuare con forza in questa strada, vista la capillarità dei centri ottici sul territorio».
Per Gregorio Mammì (Lista M5S – coalizione Majorino) «i cittadini hanno già riconosciuto il vostro ruolo sociale – ha detto alla platea di ottici optometristi presenti – tanto è vero che la prima porta di accesso, quando una persona ha dei problemi visivi, è l’ottico. Soprattutto perché siete un luogo sanitario di prossimità, c’è un centro di ottica ogni 5 mila cittadini. Io penso che voi, insieme alle parafarmacie siete le due realtà più sottovalutate a livello legislativo, eppure rientrate a pieno nei pilastri del sistema sanitario, a partire dalla prevenzione».
«Voi fate un lavoro enorme perché intercettate il bisogno del cittadino dove c’è – ha esordito Laura Molteni (Lista Fratelli d’Italia- coalizione Fontana) –. In Regione Lombardia è passato un emendamento molto importante per la vostra professione, che valorizza l’attività strumentale dell’ottico optometrista. A livello nazionale ci vuole una evoluzione normativa, siete laureati e bisogna fare un passo avanti. Il mio impegno politico è quello di portare avanti soluzioni legislative per dare valore al vostro lavoro, alla vostra professione e migliorare i servizi che devono essere erogati ai cittadini».
«Voi siete una professione a rilevanza sanitaria per una parte della vostra attività – ha detto Carlo Borghetti (Lista PD- Coalizione Majorino) –, i vostri screening devono esser riconosciuti dal SSR, perché fate parte di una attività fondamentale quale la prevenzione. L’emendamento approvato è un punto di partenza, voi avete diritto di essere accreditati e questo deve essere scritto su carta, secondo delle regole o una convenzione con Ats, con un riconoscimento che è per i cittadini».
Gli ottici optometristi dentro le professioni sanitarie? La risposta secca di Alan Christian Rizzi (Lista Lega-Salvini per Fontana) è: «Sì, anche se gli Ordini si guardano in “cagnesco” invece di fare rete. Bisogna lavorare tutti assieme, la politica, gli ordini professionali e i rappresentati professioni, la carenza di risorse umane che abbiamo impone tutto ciò. A livello regionale dobbiamo accreditare i centri ottici e, poi, collegare tutti in rete i centri ottici, le farmacie e le Case di Comunità».
M. Lanzafame