Queste afose giornate di piena estate, quando sarebbe meglio assecondare il nostro organismo che ci chiede di limitare ogni tipo di sforzo, sono invece e spesso foriere di polemiche.
L’ultima, che in realtà è replica di altre polemiche precedenti – d’altra parte si sa, in estate le repliche abbondano – riguarda un progetto di divulgazione scolastica, Bimbovisione, ed il suo sponsor principale. Ad una partecipante di un corso di aggiornamento, alla quale era evidentemente sfuggito che questa sponsorizzazione si perde nella notte dei tempi, non piace l’idea che il nome dello sponsor compaia sulle brochure del progetto, e poiché non le piace deve dire che la cosa è “SCANDALOSA” (proprio così, in maiuscolo). Ovviamente, chiunque è libero di esprimere il proprio pensiero, ci mancherebbe, ma altrettanto ovviamente riteniamo occorrerebbe farlo nei modi dovuti. Invece, ça va sans dire, oggi non si comunica se non si grida ai quattro venti e se non si creano le condizioni per portare i toni a livelli davvero bassissimi.
Capita che, quando qualcuno si mette sul pulpito, venga spontaneo il desiderio di dare un’occhiata a questo qualcuno: si scoprono sempre cose interessanti. Ad esempio, dal sito internet dell’azienda di famiglia, per la precisione dalla gallery di immagini, si scopre che la Grande Azienda, motivo dello scandalo, è fornitrice, con un prestigioso brand, del centro ottico. E si scopre anche che, nonostante le belle parole sulla gratuità dell’approccio al progetto, della partecipazione allo stesso si fa bella mostra (non è forse pubblicità, questa?) sul medesimo sito aziendale.
Quindi: disponibilissimi a parlare di qualsiasi argomento, sponsorizzazioni comprese, ma a patto che i toni e la coerenza siano degne dell’interlocuzione.
